martedì 2 aprile 2013

Filatura

La filatura è l'insieme delle operazioni necessarie per convertire le fibre in filati adatti agli impieghi tessili. Così come si trovano in natura, o come sono prodotte a partire da polimeri naturali o sintetici, le fibre tessili si presentano o in masse disordinate di fibre corte, i fiocchi (per esempio, cotone, lana), o in fibre lunghissime ma prive di mutua coesione, i fili continui (per esempio, seta, nylon). Scopo della filatura è trasformare tali accumulazioni disorganizzate in strutture ordinate e coerenti. Il filato, flessibile e morbido, grazie al contributo di mobilità e finezza apportato da ogni singola fibra, deve comportarsi, infatti, come una struttura compatta e unitaria: di conseguenza occorre che le fibre siano convenientemente preparate, cioè pulite e sgrovigliate o "sfioccate", rese parallele e regolari, e "attenuate", cioè condotte in numero quanto possibile costante e con gli estremi sfalsati tra loro, fino alle dimensioni del filato finale, e infine sottoposte a mutua torsione, in modo che ne siano impediti il reciproco slittamento e la facile separazione o estrazione dal filato. Tali operazioni furono eseguite in modo manuale o con l'aiuto di semplicissimi strumenti, come la rocca e il fuso o l'arcolaio, fino al secolo XVIII, alle soglie della rivoluzione industriale che, appunto, trasse le mosse dalla meccanizzazione delle operazioni tessili.